Cenni critici dell'Opera artistica dell'Artista
Concetta Sabbatella
Lo studio critico di un'Opera d'Arte è un'attività
affascinante e coinvolgente nello stesso tempo.
Diceva il grande Oscar Wilde: "... il critico ha
il compito di educare il pubblico attraverso la spiegazione delle teorie
tecnico-spirituali dell'Artista e l'Artista ha il compito di educare il
critico".
Ebbene quanto questo assunto sia vero lo dimostra il
talento dell'Artista Concetta Sabbatella, la quale attraverso le
immagini delle sue pitture esprime tutta una serie di pensieri,
sensazioni e stati d'animo che formano un libro che si legge con gli
occhi dello spirito.
Tutte le sue Opere emanano un profumo di serenità
che riflette ed irradia attorno un grande senso di pace interiore,
utilizzando l'oggetto, il panorama, la scena, nel senso dell' "antikèimenon"
e l' "hypokèimenon" filosofici, in cui la realtà materiale,
visibile è relativa alla visione trascendentale dell'oggetto alla
coscienza, come lo stesso Husserl asseriva.
L'Artista Concetta Sabbatella ha questa grande
abilità, direi quasi sovrannaturale di parlare al cuore del lettore con
parole umane e spirituali nello stesso tempo, che dicono dell'armonia
superiore del mondo.
Analizzando alcune sue Opere purtroppo senza titolo
(forse perché, in effetti, esse non hanno bisogno di spiegazione
materiale) si è pervasi da questo senso fortissimo della realtà
proiettata in una dimensione non umana.
Per esempio un quadro rappresenta una scena che
sarebbe banale a prima vista: una barca in mezzo al lago con tre
pescatori in azione.
Ebbene, ad un certo punto accade il miracolo: la
silouette scura della barca lunga e stretta, rappresentata dall'alto a
tre quarti, si staglia netta al centro di un lago calmo, incorporeo,
acromatico, leggermente velato da una nebbiolina, quasi estrapolata
dalla realtà e proiettata in altro contesto che ha poco da spartire con
il mondo del "reale".
Lo stesso atteggiamento lo hanno i pescatori: uno di
loro seduto a poppa, con il corpo un po' piegato nell'attesa di qualcosa
che abbocchi alla sua canna.
E' una aspettazione antica, che si vede sui vasi
attici o negli affreschi delle tombe etrusche, che quasi riflette la
stessa essenza dell'uomo: l'attesa della morte, la rassegnazione e la
meditazione divenute per miracolo visibili, palpabili.
Nella prua, altre due figure bilanciano l'assoluta
perfezione architettonica dell'immagine.
Esse stanno preparando l'esca e le lenze.
Ed in questa ovattata, surreale atmosfera, il
protagonista è uno solo: il Silenzio.
Un Silenzio che placa l'anima, un silenzio clamoroso
che rende vivo e mistico insieme il momento magico fissato su una tela
con geniale sensibilità da Concetta Sabbatella.
Un'altra bellissima composizione rappresenta una
misera casetta di pescatori in riva al lago all'alba.
Anche qui è ancora il Silenzio, un Silenzio
interiore che induce a riflettere, a ponderare e ad una pace che solo
attraverso questo bellissimo momento del giorno e del luogo può
suscitare.
E' un raro capolavoro che Concetta Sabbatella
ha saputo mirabilmente esternare in forma post impressionista, onirica.
Tutta la scena è immersa in questa impalpabile
nebbiolina che filtra la luce del nuovo sole, che rischiara e riscalda
tutta la natura ancora dormiente, illuminando di gioia le rosse sparute
foglie superstiti di alberelli accanto alla casetta.
E la casetta stessa dipinta in modo compendiario, neo
impressionista, riverbera la presenza all'interno di una vita che
attende essa stessa di essere rigenerata.
Vita interna ed esterna senza diaframmi, senza tempo
in una mistica simbiosi sovrumana.
Questi non sono quadri ma pura poesia visibile, Opera
di una sensibilissima Artista qual'è Concetta Sabbatella.
Io credo che con l'Artista Concetta Sabbatella la
pittura italiana contemporanea e non solo, abbia trovato una gloria per
l'Italia e una nuova voce altamente spirituale e di avanguardia che
possa parlare di vera Arte e assegnare al suo mondo un'Artista
eccezionale che rimarrà nella storia come uno dei nuovi pilastri
dell'Elite artistica mondiale.
Giancarlo Alù